Autunno

Autunno

un pugno de rancheras
gettato controvento
graffia la gola
il vento al mattino
pianta lo spillo
nella carne il pino
dalla terra risale
l’odore dei morti
lo sguardo riluce
di cose lontane
l’amore diventa
una questione pelosa
distanza tra cose che cadono
e attesa di cose partite
è ancora presto per cantare nell’ombra
è ancora presto per riempire il bicchiere
tocca ripetersi
alla caduta del giorno.

Poesia di viaggio e di tolleranza.

Le nuvole insistono sulla montagna
La tizia che mi sta avanti
Insiste nel reclinare il sedile,
Il mio vicino invece,
insiste a parlare:
Mentre le nuvole neonate
Minacciano in peso secolare del monte.
Tanto rumore per nulla
Dice il profilo di roccia,
Gli Alburni sono scontrosi:
Si cacano il cazzo delle nuvole,
Eppure esse insistono
Come un chiwawa incazzoso,
Dico al tizio di fianco
Che mi parla di paesaggi
E confini
E anche lui è un poco vergine
Come le nuvole
Ed io vorrei essere inospitale
Come queste pietre
Ma resisto comunque al fastidio
E a una pioggia leggera
Alla politica mondiale
E a quella di casa
Agli odori molesti
Al sedile abbassato
Al tizio che mi passa avanti
Alla fila del bar
Al caffè un po’ bruciato
All’autista scontroso
Eppure nussuno stamane
Mi ha ancora dato medaglie.

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