Stavo pensando a Silvia. Piangevo.
la luce metallica del mattino
scaldava la ringhiera. arroventava gli occhi.
quanto sia patetico lo so anche io
e i gerani spelacchiati e il gatto
e altri di voi. senza dubbio.
poi due anziane signore sotto al balcone
hanno cominciato a bisbigliare
qualcosa sui rispettivi figli.
: Commà, la vita è sacrificio. dicevano.
oggi moriva Sergio Atzeni. Tra una mail e l’altra
ho letto le sue poesie. un po’ si è sciolto il gorgo.
Due, pensavo. Onda/Particella. Herz. Mani. Saluti. Addii.
Due. un numero che significa niente se non una quantità.
E diolaico sa, quanto mi importi poco della quantità.
Eppure un numero oggi ha aperto la porta sull’inconscio
ho cominciato a cantare una vecchia canzone
e mi sono ritrovato sulla cima dello Scarrone
( Masso. Spuntone. ndr.) a parlare da solo.
avanti e indietro con le braccia conserte
come un animale ferito che tenta di dire parole d’amore agli sconosciuti
( tutto è sconosciuto! sempre. N.D.R.).
Abbracciami. Accarezzami.
Ciampi e Lucio mi accompagnano in questa storia che ferisce come una nostalgia
ma con più livore e amore. E desiderio. E sorrisi. E Cristi. Ed effusioni sincere come una spada.
ESCANSABAAAAR! ( cit. Fantozzi)
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