Ogni cosa ha il suo tempo
Ogni tempo le sue cose
Che tu sia cosa o sia tempo
Non è dato saperlo
Comunque domani sorgerà il sole
E scrivere davvero ti è ancora
impossibile:
Troppi sentimenti sgualciti
/ Solo esercizi per arrivare a domani.
Resta l’amaro della birra calda
Due parole cortesi
E gli sguardi leggeri da
differenziare nell’umido
Oggi la vita ti ha parlato con la voce
di un dio e tu hai ascoltato professandoti ateo.
Hai tirato due calci a un lampione
Ingoiato due pugni di sabbia.
Ed è solo l’inizio. O magari la fine
Di ventordici cose
Che assottigliano il tempo.
Tornando a casa
Torni a casa ché hai dimenticato la luna
Mentre traposrtavi parole imprestate
Sopra un cargo battente bandiera libertaria
Ed Essa inghiotte i cazzo dei problemi
E fa capolino con tre note in croce
È l’annunciazione di una due tre rese contemporaneamente
Le pietre che sempre ti parlano stasera zittivano
Le parietarie che allergizzano i sogni stasera fremevano lungo le mura di Allappo senza manco starnuti
Sei solo diceva il poeta
Non lo sa nessuno, taci e fingi. Diceva.
Dal quarto piano dell’ufficio di Lisbona.
Un Sud vale l’altro. Dici. Inforcando salite
E occhiali un po’ troppo vecchi per regalare ai pensieri lucidità necessaria. E la birra. Presente in tracce nel sangue non trascurabili fa mescoloni coi verbi. Pisci un po’ con la schiuma dei giorni. Difetti un sorriso. Lasci la mano. Passi. Come passano i venti sopra il collo scoperto e poi niente. Il ricordo di un calanco sull’altro come una torta di polvere a sfoglie di niente Che ritrovi per strada come fosse un’amica che poi si riporta via il vento (Scherza le ciglia del mattino).
Com’è giusto che sia. Per sempre fino a domani. Sai amare ancora senza domandare? Sei pieno di tenerezze inesplose Eterne come una carezza alla sera sui monti mai visti. Storto come la strada che ha curvato una volta e lo ha fatto per sempre. Sgaiattola un timpano per strada. È un ricordo d’orchestra che si perde tra i vicoli insieme al tuo amore. Felice. Ridacchia il polpaccio in salita. È un nuovo giorno per tornare alla festae danzare.
Una buona serata. Heisenberg approverebbe.
Ieri parlando con Karima
Mi ha chiesto:
Ti trovi meglio a Pisa o in Basilicata?
/Perché? Pisa non è in Basilicata?
Non lo so. Dico.
I posti sono soltanto posti
La gente è sempre gentile ( V.Costantino ndr)
Anche se sono un poco scoglionato
E ogni tanto ho voglia di morire./
Poi ridiamo per quisquilie
Il concerto è terminato
Lei ha una voce che spettina i velluti
Piero sempre un gran piacere
Mi manca il palco. La musica. I musicisti.
La perlesia. L’odore della fine dei concerti.
Dare i sentimenti in pasto agli sconosciuti
(Ne fanno quasi sempre un tesoro). Ma.
Ho conosciuto gente nuova
Ho recitato a tratti la parte del buffone
Si è parlato dei problemi dei nostri territori
Di come sovvertire lo status quo
Esercitando piccolissime pressioni
Piccoli gesti, decisi e gentili.
Ho stretto molte mani
Incontrato un po’ di amici
Ho stretto nuove fulgide alleanze
Con cui partire un giorno
Occhi spalancati
all’assalto dell’indeterminato.
Heisemberg approverebbe.
Ironia Nella Sorte
Pesti una merda con un infradito di paglia
Le frequenze fuzzano ombre nel cervello.
Ieri hai litigato anche coi muri.
Non sopporti l’ inutile e quindi
Adesso ti parli poco e mal volentieri
Quella che dicevi poesia (Cosa inutile anch’essa)
Adesso la vedi passare sulle bocche degli altri
(Inutile cercare di capire)
Sgomiti ombre anche col gatto che si butta per terra a festeggiare la vita.
Un tempo l’ironia ti salvava
Come un amore irrisolto
Adesso l’amore irrisolto
Ti fa sillabare la corda
Con una certa ironia
Ogni cosa ha il suo tempo
E torna a camminare
Zio Raymond borbottando
Cose sul rancore
e sul non leggere niente.
Terra bruciata. Agosto.
Stagione d’incendi.
È cosí facile ardere
Quando sei arido come tungsteno.
Hai appena scritto col fuoco.
Per fortuna che arriva la resa
Che da sempre ti strappa un sorriso.
Voletevi bene. Portate carezze.
Le cose che vedi negli specchietti
Sono più belle e vicine di quello che sembra.