Ho sognato un poeta albanese
Che come me non è mai esistito
E che scriveva sulla pietra bagnata
Con del sangue di capra:
“Le tue labbra sono tue
Le mie mani sono mie
Le ginocchia di tua zia
Non fermeranno la polizia”
Poi siamo fuggiti sui tetti
Il pennello fra i denti e
Un grimaldello nelle mutande
Freddo come le ossa dei morti.
E per le strade impazzava una musica:
“Come un lago ghiacciato
che ha la voce di cascata”.
Ho gridato a mezza bocca
Mentre zompettavo sui tetti
Con la salvezza in un pugno
E nella testa una canzone
calda e appiccicosa
come la morte.
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