Le persone sono come persone
Aprono la bocca e le braccia
E ti chiedono chi sei
Da dove vieni
A chi appartieni.
Quale stirpe generò il tuo argomentare
Ti incastrano in una nicchia ancora vuota
Del cimitero dei ricordi.
Ti archiviano con un sorriso e
Ti pagano il caffè e
Intravedono, i vecchi-
Quella storia che non ti hanno raccontato
Scritta con il sangue in mezzo ai lineamenti
Si ricordano tuo nonno
Che una volta accompagnò loro padre ubriaco
Oppure che una volta in mezzo ad una vigna
Si tolse gli stivali per regalarli a un passante
O quella volta che sollevò da terra
Un tale traffichino dalla mano troppo lesta…
I paesi sono famiglie in cui si litiga in continuazione
Ma c’è un amore latente tra la gente
Che poi diventa nostalgia generazionale
Talvolta paroloni, bevute memorabili
Racconti di epopee dimenticate
Amplessi tra nipoti, scoperte-cose-tardi
Cose che non riconoscevi-
nei paesi esistono più spesso
Giornate che sono come nudi stesi al sole
dove ogni piega della pelle
È una generazione
e i corpi illuminati cantano alla storia
Un pezzo di universo
Così grande se lo ascolti
Eppure infinitesimo
come il passo di un secondo, un palpito di cazzo, il bagliore di uno specchio sulla montagna che scompare appena gira il polso, l’ombra di un granello tra granelli.
L’uomo è ossessionato dalla misurazione
Delle cose che sono già altre cose:
Adesso un gatto miagola feroce sotto la finestra per la prima ed ultima volta:
Tutto è irripetibile e questo mi rallegra
Come un ragazzino avanti ad una giostra.
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