C’è una finestra
Nel cantuccio all’ombra
Poco male – presso
Il quadrivio Della vita
Là vicino nei dintorni
Che ha smesso di farsi
Gli affari degli altri
Per abbandono
Già da un pezzo.
Adesso è chiusa
E se la guardo
Nasce un filo di mistero
dentro il giorno –
Adesso è aperta
E si sente
Come un verso
Di legname
Cotto al sole
Nel guardare.
Forse è l’anima mia
Che s’avvelena
Suggerisce l’avventore
Forse è un mucchio
Di ciarpame
Incalza l’avvoltoio
Forse è solo troppa birra
Suggerisce la coscienza.
Mentre strappo pensierato
un biglietto della metropolitana di Ferliddia
Come fosse una cambiale
Intorno stridono di sole
I lastricati lucidati a piedi
Dove la falce che scandiva il tempo?
Dove la carezza che leniva il cuoio?
Dove l’odore dell’uva vendemmiata?
Non più qui! Non più qui!
Risponde la ventana
Un po’ più là
Il ricordo di un pensiero amato
Fa mulinello con la polvere
Passaggi.
E questo è tutto.
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