La rima col mare

Tutti i discorsi si affollano
Contro le pareti
non contro di me
Certi pesano più di altri
E non sempre è la morte
Non sempre si muore
Butto un occhio alla valle
E la valle non se ne accorge
A guardare dall’alto 
si finisce per ridere
Ci sarà qualcuno oltre le mani
A disegnare carezze
Col profilo del mio naso
Nel mentre passano per le strade
Persone che nessuno saluta
Questo mi ferisce
Come una brutta parola
Ma un poco più a fondo
Siamo così simili
Da poterci scambiare i nomi
forse, non certo i racconti.
Ognuno è quello che fa:
Penso e ripenso alla fortuna
Alla solitudine e ai capelli
Al sapore del vino
E alle cose che innamorano
A certi occhi dolci 
come laghi in tempesta
Dove si intravede il fondale
Pieno di sabbia, di cose cadute
E di amore selvatico per chi sa vedere
Senza voglia di prendere
O di possodere.
Penso e ripenso senza vergogna
Alla grande miseria
Di una strada –  un altare…

Alla rima col mare.

Arrivano i morti

Il Freddo scende dalle montagne

Come una lingua dimenticata

La gente si guarda stranita

Stretta nella camicia

Come di forza

Il pane fresco dal forno sul viale

Lascia tracce di beicapelli al vento

Stanno arrivando i morti

Coi loro pugni vuoti e serrati

Con storie mai dette da raccontare

A consolarci con carezze scadute

Con la tenerezza delle promesse non mantenute

Occhi morti- occhi d’ amore per sempre

Qualcosa si conficca nel petto

Come una lancia rovente

Un tizzone arso al bosco

diventa carbone

pronto alla brace

Ho trasformato la legna

Ma anche i pensieri

In fatti di carne e di vento

Cammino verso i monti

Come uno mai nato

Uno di voi

Uno felice

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