Sento una commozione
negli occhi e nel petto,
è la mia terra che canta,
è la vita che incalza,
rivedo in ogni terra una terra,
ché ogni terra è la mia terra.
Ogni sguardo vede
con con i soliti occhi,
i tuoi occhi, e sono i miei occhi,
e una terra commossa
porto dentro
dove ogni figlio
è figlio di una terra che canta,
la stessa che uccide,
e mi innamora
e mi richiama a sé
con un tuono di morte.
Lo stesso tuono che
vomitò la parola che fu verbo,
una qualsiasi
come “merda” o “polvere”
o “polvere di merda”!
Io mi beffo della morte
ché sono nato mezzo morto,
quindi mi scherzo da solo,
e talvolta mi sento lontano
come se fossi davvero
lo sconosciuto che rincasava
dai campi
quando il sole cadeva
dai monti
e la scarpa celeste batteva
il tramonto
con lo scarpone ferrato
che consumava la pietra
e la scintilla che feriva
le madri,
faceva gioire i figli
seminati
nei campi.