Uno Nessuno Millemila
Hai rotto gli schemi
Senza saperlo. Hai giocato con la vita
Senza volerlo. La domenica sempre più spesso
Arriva lunedì, e le cose a rimorchio si ammucchiano nella neviera che non sai ritrovare. Dici che stai bene anche da solo
E forse è così. Sai incidere il legno e la carne
E respirare col sole come fanno le piante
Hai preso un sentiero senza sapere e non ricrimini niente. Avanzi cantando tra i palazzi.
Sei felice del viaggio e dell’arredamento
Ti piace costruire le cose e immaginare progetti
Ami il rumore dell’acqua e la musica alta
Ti restano 30 euro in tasca e hai offerto da bere
A gente sconosciuta che non ha ringraziato
E sei comunque allegro e un po’ divertito.
Tu che sei anche me e io che sono anche te
Anche se non ci incontreremo mai e
Già un poco ci amiamo. Questo è un dato di fatto. Adesso ho scritto due righe seduto in un campo. Col sole che asciuga il sudore e frusta le fronde. All’ombra di un pioppo, col fresco sul collo, congedo questo pezzo di vita che forse domani avrò dimenticato o magari un giorno diverso, un altro me, ricorderà con nostalgia o con disprezzo. A chi è dato saperlo? Dici che è ora di andare. Sali sul treno che porta più in alto.
Penso al salto quantico dell’elettrone che è sempre un mistero. Così come noi quando viaggiamo e sempre arriviamo diversi. Una volta volevo cambiare nome, diventare una donna, il solito albero di mimosa. Un armadillo un bue, un nino de rua. perché no? Poi ricominci a viaggiare e tutto è ricordo e non sai mai chi sei.
E mai lo saprai. Magari diranno, scriveranno, parleranno di quando eri più o meno steonzo o generoso ma tu eri già altrove a incontrare le strade, con la vecchia gente nuova a cantare il futuro, la partenza e l’arrivo, la sconfitta e l’inciampo.
Finché ci sarà da cantare, dici, si avrà sempre qualcosa da dare.
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