è bello vedersi passare
attraversare la vita
come un container arrugginito
salutare gli amici gli amori
i cani i gatti i triangoli scaleni
e attraversare le cosiddette cose
come una luce
come un rutto o un piroscafo e
dire ciao alle pareti e ai soprammobili
agli anziani che ancora lavorano i campi
alle mani nodose che non hai mai avuto
ed è bello entrare nelle vite degli altri
ma anche dei cani e dei gatti – come sopra .
finché qualcosa non tolga il mattone
su cui si reggono i discorsi – i rutti –
le luci – i baci . i pensieri e i triangoli
e allora riattraversi l’ iperspazio vettoriale
alla rovescia – come punti non più affini
di sghimbescio – tagliare il superfluo –
e credi perfino di cambiare dimensioni ad ogni sussulto
quello dici indietro ti guarda con aria indifferente
e quelle che chiami spalle si divertono a tua insaputa
ma non importa. ci sono i cosiddetti giorni
e i cosiddetti fatti. e un certo affollamento dentro la tua testa
da poter fare un festival, un movimento. Perché no, un partito
con cui aggredire lo status quo dell’esistenza con colpi immaginari…
e proclamare la liberazione di questa o quella punta di violino-
Per fare cosa? Questo non lo so. Ma si può dividere ogni cosa e renderla
infinitamente piccola senza mai finire. non è una cosa bella?
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