I Veri Liberi Muratori

 

Sono stanco degli intellettuali
E dei fascisti
Degli uni perché
credono di aver capito il mondo
Degli altri perché
Sono idioti come un paramecio
Gli intellettuali e i fascisti stancano
Anche lo sguardo e
Non sempre basta una lettura
A pulire la mente.
Dico queste cose
Parlando con un signore
Conosciuto venti minuti
prima di adesso
Al tavolino del bar.
Potrebbe essere mio padre
O mio fratello
Oppure la mia terza moglie
Piombata in questo tempo
Da un nulliverso parallezzo
Certamente a una parte di me
Con la quale dialogo spesso
quando sono da solo
a camminare le strade
Adesso si è tolto il cappello
Solo per salutarmi e
Dal mio ho abbozzato un inchino
giungendo le mani
come in preghiera
ho sempre ammirato i muratori
Con le mani spesse e pesanti
Sarebbero capaci di tutto
Con un po’ d’ acqua
una goccia di piombo
e una secchiata di terra
Sanno fare poesia
Senza manco saperlo
e se il tempo è in bonaccia
E le cicale canticchiano
La serenata all’inverno
puoi vederli fischiare
mentre scompaiono
cappelli di carta
nelle oscure frescure
dei cantieri sventrati

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