Sogno: Io tu e lascavatrice di Pasolini
(Catzwoman)
Piazza:
piccolo paese mio
Che stai su tre colline
Tutta vuota
Fuorché io,
Il fu propietario del bar
Lei che chiameremo labbra
Che se la conosceste direste
Ok, calza a pennello e
Una scavatrice. Punto.
Lei ha un tubino nero
Che pare un copertone
Della Marvel: CAZWOMAN
Entra nell’escavatrice
Si siede sul cambio e gode
Io la guardo ammirato
Si amano come in Tetzuio penso
Ma la scavatrice è meno atroce
E l’accarezza senza sventrarla
Lei chiede dei fazzoletti
Il fu barista corre vecchio e brillantinato
A porgerle veli di carta
Che come la toccano
Diventano trasparenti come olio
Le dico: uniamoci.
Io lei e la scavatrice
Entra dice lei
La Cabina di vetro umido
Pare di stare in mezzo al mare
Ci amiamo sul sedile molleggiato
La scavatrice ci guarda
Come fosse la madre di un Pasolini
Che ha sposato il dolore
Ci amiamo con il fu barista
Che approva e rotola il cencio
Sudicio di acqua birra e anice e bancone
Veniamo al dunque
E lei mi dice grazie
E io le dico prego
Siamo adesso tutti freschi e puliti
Qualcuno dice stop
Un regista occulto ci dice
Che siamo degli eroi
Che abbiamo recitato l’amore
Magistralmente
Ma io cibresto poco male
Le dico ma io l’amo
Lei ride la scavatrice barrisce
Il bar fa lampeggiare un’insegna bianca e blu
Il fu barista che mi conosce bene pure lui dice: michele! michele! Non ci siamo.
Cazwoman scende e siede sul cingolo
Le pulisco le labbra con un bacio
Mi dice passa da me stanotte
Ho parole nuove per te.
Lo so, le dico. So tutto
Ma teniamole al sicuro
Per quando saremo soli
Va bene. Scopiamo soltanto.
Mi dice.
Ti chiamo. Le dico.
E poi: che succede… Succede.