Scusate il presagio

Finestra. Interno bagno
Quadretto d’autunno a primavera
Tutti i sentimenti picchiano
Sugli occhi e sulle lune:
L’appartenenza alle cose –
il distacco dalle cose –
L’orologio delle nove e quindici
Si risolve in un frontespizio
Con un crepaccio di organi.
Tutti gli amori chiedono dazio
Che paghi con piccoli sassi di fiume.
La vita è complessa come un cetriolo:
Perfino l’ortica rigogliosa di maggio
Cotta e mangiata addolcisce il palato
Di innocenti astringenze.
L’Orologio adesso batte le nove e trenta
E tu sei un’altra persona
Ma nessuno mai davvero
riconosce nessuno: te lo dici da tempo
(Nemmeno se stesso).
Adesso l’acqua. Appresso la polvere
E sarà ancora il trempo di:
L’ appartenenza alle cose.
Il distacco dalle cose.

Presagio – Dimenticammo le cose.

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