La Febbre Fa Pari Col Sole



La febbre fa pari col sole
La testa è pesante come una vocale
Che ci fai sepolto nel piumone?
Fuori la terra pulsa come una carotide
Qualcuno sistema una buca
Con poca maestria. Reggerà due o tre piogge.
Alle prime gelate, l’acqua gonfierà il petto
E farà polvere del cemento e di ogni poesia
Scritta per placare la noia.
Ieri trstimoni di geova cercavano contatti
Con parole prefritte. Molta tenerezza. Ma
Io Poca voglia di fare discorsi.
Cercare dio solo per dire addio
Mi pare uno spreco di neuroni:
Meglio una sega, una poesia sulla chimica organica, come quando non ti dissi
ch’eravamo due stereoisomeri e tu non capisti
Perché io non parlavo
E tu già non c’eri
Eppure mi convinsi che il non accaduto
Il non detto, il non pensato
Fosse più reale di ciò che diciamo vissuto.
Certo la quantistica potrebbe venirci incontro
Con una miriade di incertezze
Buone a farmi cantare:
Abbracciami. Accarezzami
Mentre ti abbraccio
mentre ti accarezzo
Mentre la febbre mi coglie come una benedizione
Ed io sul letto divento argomento d’indiscussione
Mentre leggo un vecchio libro sul carbonio
E i gatti da sotto al balcone
mi parlano di shrödingher
E della vita e della morte e di tutto ciò che non conosco ma con fare domestico, saggio, quasi familiare. Eppure le parole si fanno carnali
Con ul loro odore ben definito: Accarezzameeeehhh. Abbracciami.
Cantiamola nostra indeterminatezza al mattino
Soli io, te e qualche pugno di infinito.

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