Bill Evans incontra il caldo
di una giornata secolare
e scrive My Foolish Heart
mentre qualcuno si incammina
per il vicolo e accarezza
il gatto nato abbandonato
“Quartier generale del dolore”
recita nella mente un vecchio scritto
l’ora è quella delle ombre lunghe
non è l’alba. nénemmeno il mezzogiorno
ammesso che significhi qualcosa
da molti giorni penso a un necrologio
da molti anni penso a scrivere discorsi
che poi mi recito ad alta voce
soprattutto in bagno. dove pure
mi regalo il piacere di leggere poesie
come se fossi sopra un palco osceno
SPOV: SPOV: SPOV: SPOV: SPOV
provo a non avere spunti di vista nel contemporaneo
nemmeno una vista. sempre fallace in acutezza.
esaspero le pietre coi discorsi brulli
e nella calce vedo scritta una poesia alle cose già da fare e
che parla di anticaglie. vecchi amori e di pazienza- tantissimapazienza.
– attratti moti di disperazione. figgo un punto nel tremore.
l’aria poco frizzantina ha un odore di sterlizie idroponiche
– vorrei fare l’amore con te dietro in vicolo assolato
e poi la voce mi ricorda che: Hey, ma non lo stai facendo?
(&%$(&%(5008’9) alzo i tacchi dal selciato frontespizio e
sento un brivido sul muro. una voce irrompe dal futuro
dell’angolo più avanti. Con la vecchia signora sbronza
Ci scambiamo tenerezze. Ancora è presto per la sera.
Arrotolo col passo gli angoli di un barbaro unniverso
con le mani stringo un punto che non so nientedisegnare
la solita allegria che fa squisiglie di cristallo adesso è mesta
come un contromano in un viale di Zurigo. Ecco. I soliti italiani.