Tristano il venturiero triste capitano
che di triste aveva financamente l’ano
un giorno camminando spasserello
sotto il ciel a pecorel d’Alberobello
s’accorse alzando il capo al vespertino
che a piedi era arrivato a Tolentino
fu certo il pensar triste unito al passo lesto
che in un baleno s’era fatto buio pesto
ancor prima di capir dove era andato
si presentò innanzi a lui un avvocato
di quelli femminini assai aggraziati
col tailleurino di due punti sbottonato
ed ella disse sfavillando di profumo
sei forse tu nobile Tristano
il prode capitano innamorato?
ma egli fieramente imbarazzato
col cazzo moscio triste arrovellato
gettovvi uno sputazzo sul selciato
e con fare di cinghiale abbandonato
annuì facendo tre volte sì col capo
checcazz! sortivvi la pulzella un po’ shchifata
un po’ di dimostranze! sii aggraziato!
ma tristano tutto scuro e imbarazzato
gettando ancora un occhio sul selciato
le disse mestamente appecoronato
ringrazia che ho pocanzi già espletato
ch’io so’ sì tristano il capitano innamorato
dallo sputazzo inopportuno e incontrollato
ma sappi che la virtù che mi preservo
l’è quella d’averci il culo broccolato.
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