I posti che sono solo posti
Dettano il ritmo alla vita come alla scrittura.
Anche se sono solo posti.
Vedo tegole accostate sui tetti?
le parole si fanno piccoli vermetti scalatori
Vedo monti e valli rigogliose e le parole si fanno ariose che manco Mascagni e parlano anche i fiumi
Vedo merde per le strade dissestate?
Vien voglia urgente di autobiografie
Vedo le persone personare
e la voce si fa tenera e accogliente e un poco tetra…
E comprensiva e ruvida come il legno cotto al sole
Persino nel plotone di esecuzione vedo il dolore delle loro madri giovani e le cinghie lasche dei padri mal dotati.
Se fossi cieco cosa scriverei? Domando
E se sordo o muto o zoppo e incarognito?
Cosa è la voce oltre l’esperienza?
Che percentuale occupa di me la letteratura?
E perché questa malinconia? Questa mancanza?
Cosa vuoi dire veramente e perché sempre mai o solo sempre?
Ti piace il quasi-quasi, ti addormenti con i forse e tutto quello che non sai, anche tu lo vuoi cantare. Per questo hai perso ogni inutile pudore. E cogli ogni occasione per cantare.
Il molto lo ignori! Che grande ispirazione. Se solo avessi una voce educata…
La vita succede tra una occasione persa ed una colta senza mai saperlo.
E questo già ti basta, ti fa sorridere, ti mette insieme agli altri, nella bolgia, ma tu mettici la musica e un po’ di comprensione. Vedrai. Vedrai. Che poi sarà bellissimo anche scomparire.