sono giorni che non puoi scrivere niente
tutto quello che pensi è mediocre e ed inutile.
Certo. non che nei momenti più felici… Però…
se scoppiasse una atomica
dentro al giardino di casa diresti:
vabbè, è esplosa. succede…
non è soltanto colpa del virus intestinale
che non ti fa dormire ormai da due giorni…
deve essere la Primavera
con il consueto anticipo di nostalgia:
immagini da tempo di affacciarti alla finestra
di quella casa che guarda il grande fiume
dove passano i battelli illuminati – dopo una notte di pioggia
quella casa dove i cani sono sempre pigri
e riposano persino all’ombra dei lampioni
e la musica fa capolino dalle nuvole al posto della luce
e i fili d’erba del giardino hanno tutti nomi diversi
e ti salutano ogni volta che li guardi
e tu ricambi, e conoscono il tuo nome
e si presentano ogni volta
come spiriti benevoli del passato. come una famiglia-
e le siepi basse e morbide come cuscini
cambiano forma col vento e fanno il controcanto alla musica.
Talvolta sembrano rabbrividire col freddo.
là in quella casa sul fiume Rippett è nascosto un bottino
ma lo sai soltanto quando ne sei fuori. come adesso.
Se dovessi entrarci, saresti parte di un quadro che non ha conosciuto altro che quel paesaggio.
alle volte mi chiedo se non sia proprio tu quel bottino…
o te lo stia inventando di sana pianta. So che saresti capace
di montare una storia ricordando un vecchio libro…
Chi lo saprà mai…
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