[…]
Torna alla sensazione della finestra!
Adesso stai tagliando della legna
Con un’ascia sdentata
Che ti lascia il tempo
Di imprecare e di pensare –
Torna un attimo con la testa
al vetro freddo della cucina!
dove fuori gracchia
un fiume non più navigabile
ed un giardino rotto con al centro
un cerchio di pietrisco ed una sedia zoppa –
Non sai giustificarlo – Ma lo sai che è così
là è nascosta l’essenza della vita
perlomeno della tua.
Lanci l’ascia a qualche metro
perdersi tra i ferri arrugginiti
Di quella che un tempo
fu un’impalcatura –
ti sfili il guanto
Aiutandoti con la bocca
Il respiro è caldo
Come quello di un’ alce
nella stagione degli amori
Pensi al quel vetro e a quella sedia
Come all’unica ragione della vita
(cosa hai fatto? Oppure non hai fatto?)
Quando il tempo scorreva come
una bicicletta verso il mare
ricordi quel profumo di cipresso
che arrivava ogni volta che la pioggia
spinta dal vento
bagnava la porta un paio di metri sotto il porticato ?
non hai pensato di accenderti una sigaretta
né di intonare una canzone
non hai nessuna voglia di arrivare sulla luna
né di accendere la luce
[Fuori la sera imbrunisce l’ombra
Come caramello appiccicato alle finestre]
Ti sei arreso all’esistenza anche questa volta.
Lo ha capito in fretta anche l’alambicco.
Hai dismesso i pensieri
in un cassetto pulito da cui hai sfilato
una foglia di ricordi che non hai mai vissuto
ed hai vinto un non-sai-cosa
Anche questa volta. Per questo ti compiaci!
Qualcosa si è compiuto
hai sorriso al gatto che miagola affamato
infili il guanto come fossi un professionista
riprendi l’ascia dall’ammasso di ferraglia
che adesso indossa il filo di un rasoio
prendi la mira petto tronfio
e centri con la lama l’alluce sinistro!
le bestemmie riempiono la gola
i cristi di ogni religione ti appaiono cantando
il sangue scorre come è sempre stato
il gatto ne approfitta per il surf
ché il gatto se ne fotte della notte
Chiamate il centodiciotto. Fate presto!
il dolore è alluci.nante!