Gli anni delle indecisioni
erano tutti sospiri in levare,
le attese limavano il tempo dei baci,
baci più umidi e taglienti di adesso.
Rubavamo gli orgasmi
al cemento delle case in costruzione,
alle siepi arse dal sole tra le colline,
ai capanni degli attrezzi,
all’ombra degli alberi e dei muri.
Gli anni delle incertezze,
come cartelli stradali
ci indicavano la strada,
e quasi sempre,fresca
era quella del desiderio.
Adesso ci nutriamo di certezze,
ed è solo un rumore, la strada.
La periferia che ferisce lo sguardo,
per noi fu tutto un concerto,
una rapsodia di occhi e di sperma,
e ancora cantano,di notte,
le nostre giovani promesse,
come anime che infestano i salotti
irrompono nel sonno degli amanti.
Tempo fa,sono entrato in una di quelle case
dove i nostri piccoli “ti amo”,bucavano pareti;
al loro posto, adesso, hanno piantato chiodi
per sorreggere quadri di pessimo gusto.