Un giorno mi affaccerò ad una finestra
Sulle sponde del fiume o dell’oceano
E butterò giù due righe così
Come si ingoia una pillola senza acqua
Che guarisce con lentezza
lasciando comunque
L’amaro in bocca
e lo stomaco in disordine
E poi chiederò allo specchio
Con aria buffa e interrogativa
Se ne sia davvero valsa la pena:
Essersi detti l’indicibile
Ed averlo scritto su di un foglio di carta
Come fosse un bugiardino
Pieno di affetti collaterali
che non svaniranno mai.
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